Un nuovo indirizzo sulla scena dell’arte internazionale. Lia Rumma, la più celebre gallerista italiana, ha scelto la zona sempre più vivace intorno a Via Procaccini per aprire in Via Stilicone 19 uno spazio su quattro livelli, uno spettacolare edificio bianco dove troveranno posto la Galleria e gli uffici, un laboratorio per gli artisti e ampie sale per le opere d’arte. Un progetto molto ambizioso su cui Lia Rumma ha deciso di scommettere. Ma se si rilegge la sua storia non c’è da stupirsene.
Il primo artista ospitato in via Stilicone sarà Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940). Spalletti, a partire dalla metà degli anni Settanta, ha creato un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, in una attenzione rivolta alla luce ed allo spazio, ricordando tanto l’astrazione moderna, quanto le geometrie della pittura rinascimentale. Le sue campiture cromatiche ricoprono forme essenziali, che, nell’apparente contenimento entro i propri contorni geometrici, diventano evocative grazie alla qualità della pittura che le informa. Mostre personali sono state dedicate a Spalletti da istituzioni prestigiose come il Guggenheim Museum di New York, il Museo di Capodimonte a Napoli, Il Musée de Strasbourg, lo SMAK di Gent e il MUHKA di Anversa, la South London Gallery di Londra, il Musée d’Art Modern de la Ville de Paris, il Kunstverein di Monaco, il Museum Folkwang di Essen, la Henry Moore Foundation di Leeds, Villa Medici a Roma ed il Museum Kurhaus di Kleve. Diverse le partecipazioni a mostre internazionali, tra cui Documenta VII e IX a Kassel e la XL, XLIV, XLVI, XLVII Biennale di Venezia.
La storia di Lia Rumma parte a Salerno, negli anni Sessanta. Marcello Rumma e Lia, prima ancora di sposarsi, neanche ventenni, organizzano le prime mostre su una nuova generazione di artisti italiani emergenti, come Bonalumi, Mondino, Gilardi, Pistoletto, Zorio, Anselmo, e di giovani americani come Warhol, Johns, Lichtenstein, Indiana, Stella, curate da critici altrettanto emergenti come Bonito Oliva, Calvesi, Lea Vergine, Barilli, Trimarco, Germano Celant. E’ a cura di Celant ad Amalfi nel 1968 la prima grande rassegna sull’Arte Povera, che riscuote un grande successo di critica a livello internazionale.
Nel 1969 Marcello Rumma fonda la sua casa editrice che pubblica importanti saggi di estetica, arte, filosofia. Marcello muore però improvvisamente nel 1970, Lia si trasferisce a Napoli e nel dicembre del 1971 apre la sua Galleria al Parco Margherita, in un ex garage, con la mostra di Joseph Kosuth L’Ottava investigazione. Da qui Lia Rumma focalizza la propria ricerca sui movimenti internazionali di quegli anni: Arte Povera, Minimal Art, Land Art, Conceptual Art. Da Napoli passano tutti i nuovi artisti che emergono nelle grandi capitali dell’arte: il gruppo Art & Language, Victor Burgin, David Lamelas, Ben Vautier, Vincenzo Aggetti, Dennis Hoppenheim, Dan Graham, Louis Cane, Marc Devade, Emilio Isgrò, James Coleman.