E’ l’israeliano «Lebabon» di Samuel Maoz, come da più parti pronosticato, il film vincitore del Leone d’Oro alla 66esima mostra del Cinema di Venezia. La pellicola che racconta l’invasione israeliana del 1982 in Libano ha dunque convinto la giuria. Il Leone d’Argento per la miglior regia è invece andato a Shirin Neshat con «Women without men».
TRA STORIA E REALTA’ – Il film di Maoz è ambientato, appunto, nella prima guerra del Libano, nel giugno 1982. Un carro armato e un plotone di paracadutisti vengono inviati a perlustrare una cittadina ostile bombardata dall’aviazione israeliana ma i militari perdono il controllo della missione, che si trasforma in una trappola mortale. Gli eroi saranno quattro ragazzi di vent’anni ansiosi di combattere e sacrificarsi. E’ una storia che il regista ha vissuto anche nella realtà: arruolato ventenne, Maoz fu tra i primi soldati israeliani a varcare la frontiera con il Libano nel giugno del 1982. Coinvolto nei primi scontri, ferito superficialmente a una gamba, il futuro regista avrebbe rimosso quell’episodio fino a quando, due anni fa, non si sarebbe risolto ad affrontare di petto la sua memoria personale e quella collettiva della sua generazione, proprio come accaduto ad Ari Folman, l’autore di Valzer con Bashir, appena un anno fa. Maoz, ritirando il premio, ha detto di voler dedicare la sua vittoria «alle migliaia di persone nel mondo che tornano dalla guerra come me sani e salvi», persone che «si sposano, hanno figli, ma dentro i ricordi rimangono stampati nel cuore».
«UN FILM PER LA PACE» – Il Leone d’Argento ha invece premiato l’iraniana Shirin Neshat per il suo film sulla non facile condizione femminile nel paese degli ayatollah. «Questo film ha un messaggio per libertà e democrazia – ha detto la regista -, questo è un film sul mio paese dove combattiamo per la democrazia da tanti anni, parla delle persone che combattono per la libertà. Spero che alla gente sia dato quello di cui hanno bisogno: pace e democrazia per la gente dell’Iran».
I MIGLIORI ATTORI – Il Premio Speciale della Giuria è andato a «Soul Kitchen» di Fatih Akin. Ksenia Rappaport è stata invece riconosciuta come migliore attrice della rassegna edizione 2009. A lei è andata la Coppa Volpi per la sua interpretazione nel film «La doppia ora» di Giuseppe Capotondi. Quella per l’interprete maschile è invece andata a Colin Firth, protagonista nel film «A single man» di Tom Ford (Usa). «Questo Paese mi ha inondato di regali negli anni – ha detto in italiano perfetto -. Mi ha dato anche una moglie bellissima e due bambini meravigliosi. Stare qui con questo regalo in mano è forse l’onore più grande della mia vita. Ford aveva una cosa importante per lui e l’ha messa nelle mie mani e mi ha dato opportunità di lavorare con grandi».
JASMINE MIGLIORE EMERGENTE – Grande delusione per l’Italia. Non ha ottenuto riconoscimenti il «Baaria» di Giuseppe Tornatore, presentato come il film evento della stagione della cinematografia tricolore. E gli attori italiani sono stati esclusi dai premi principali. Una consolazione arriva dal riconoscimento al miglior emergente, il premio Mastroianni, che è andato a Jasmine Trinca, protagonista insieme a Riccardo Scamarcio e Luca Argentero de «Il grande sogno» di Michele Placido.
GLI ALTRI PREMI – Ecco di seguito gli altri riconoscimenti attribuiti a Venezia. A Sylvie Olivé per «Mr Nobody» di Jaco Van Dormael il premio Osella per la scenografia; a Todd Solondz quello per la migliore sceneggiatura per il suo film «Life During Wartime»; il Premio Venezia Opera Prima ‘Luigi De Laurentiis’ è andato a «Engkwentro» di Pepe Diokno (Filippine); il premio Controcampo Italiano è andato a «Cosmonauta» di Susanna Nicchiarelli mentre la menzione speciale dello stesso premio è andata a «Negli occhi» di Daniele Anzellotti e Francesco Del Grosso
Fonte: Corriere.it – immagine da labiennale.org