Il corpo di Carmilla è finito, sul sito potete trovare gli ultimi due capitoli e l’epilogo.
Fa uno strano effetto scrivere la parola “fine” a una storia durata due anni, alle ricerche storiche, agli esperimenti, alle sessioni di scrittura, editing, bestemmie, alle delusioni e alle soddisfazioni. Fa uno strano effetto, ma è così.
Strada facendo ho conosciuto amiche e amici che mi hanno dato una mano, un consiglio quando serviva, che mi hanno sostenuto e spronato a finire quel che avevo cominciato anche nei momenti in cui avrei preferito mollare il colpo. Be’, il colpo non l’ho mollato e ho mantenuto la mia promessa: ho concluso quello che avevo cominciato, anche se le condizioni non erano quelle ipotizzate all’inizio (la storia era cominciata come romanzo collettivo e, strada facendo è diventata sempre più un romanzo individuale). Sono felice di aver aperto questo laboratorio a tutti, chi non ha mai sperimentato la scrittura collettiva non può sapere quanto sia utile e importante… anche dal punto di vista umano.
Due righe le voglio spendere per ringraziare tutti i miei complici, in primis quel meraviglioso, geniale pazzo che, leggendo il canovaccio del progetto via mail, mi ha scritto sei semplici parole:
che dire… con un tecnicismo SPACCA!
Sei parole che, per me, hanno fatto la differenza.
Grazie a Patrizia che è stata una compagna di viaggio insostituibile e preziosissima.
Non mi dimentico neanche l’uomo più paziente del mondo che, settimana dopo settimana, mi mandava appunti, indicazioni, e suggerimenti per cercare di limitare le mie cretinate: grazie Francesco.
Grazie anche a Luca che mi ha sorvegliato a distanza come un bravo sergente maggiore, intervenendo quando era necessario: le persone come lui sono fatte per dividere quelli che mollano dai testoni che restano.
Grazie a Paolo che mi ha dato carta bianca, supporto incondizionato e la possibilità di coinvolgere nel progetto Medeaonline (è lui de facto il direttore!).
Grazie a chi ha segnalato l’iniziativa e a chi l’ha sostenuta (Valerio) anche se sembrava una follia, grazie anche a chi ha fatto i salti mortali per ignorarla e non ha mai speso per il romanzo né una parola positiva, né una negativa. In fin dei conti questa specie di praticantato è andato a buon fine anche e soprattutto per le difficoltà: le spade si forgiano con il fuoco e il martello, io al massimo sono uno stiletto ma un po’ di danni riesco comunque a farli.
Il ringraziamento più importante però non lo metto per iscritto, preferisco farlo di persona.
Buona lettura.