Il Museo Baroffio e del Santuario
sarà aperto a Pasqua, Lunedì dell’Angelo e anche il 1 maggio, secondo gli orari abituali (9.30–12.30; 15.00-18.30). Proseguono le iniziative dedicate ai bambini mentre si rinnovano quelle per il pubblico più adulto.
Il Museo Baroffio e del Santuario è stato riaperto nel dicembre 2001 dopo una chiusura quasi decennale, necessaria per il completo recupero della struttura architettonica (bonifica dell’ambiente, messa a norma degli impianti, realizzazione di due ascensori per il superamento delle barriere architettoniche), risanata nel rispetto dell’edificio originario progettato dall’architetto Ulderico Tononi e dallo scultore Lodovico Pogliaghi. Le opere, sottoposte a un riesame di attribuzione e datazione, sono state restaurate e ordinate secondo moderni criteri espositivi, così che sia piena la loro valorizzazione e ottimale la conservazione. Nuovi spazi sono stati aggiunti al percorso espositivo: una grande sala che ospita una mostra mariana permanente con opere di noti artisti moderni e un intero piano recuperato in antichi e suggestivi locali addossati al santuario. Il museo accoglie chi vuole leggere la storia di Santa Maria del Monte attraverso la bellezza di sculture romaniche, miniature di codici preziosi, paliotti d’età sforzesca e chi sa apprezzare il patrimonio delle donazioni succedutesi fino ai nostri giorni, prima fra tutte quella del barone Baroffio, con dipinti dal XV al XVIII secolo,sino alla sezione di arte sacra contemporanea.
Le aperture delle festività pasquali sono un’occasione in più per partecipare all’iniziativa per bambini L’angelo pasquale e… una sorpresa finale, avviata con successo lo scorso 19 marzo. Le modalità del percorso sono semplici e adatte a un’ampia fascia d’età (5 – 10 anni): all’ingresso ogni bambino riceve una scheda (se non sa leggere può essere aiutato da chi lo accompagna oppure da un volontario VAMI del Museo). Segue le indicazioni: guarda dipinti e miniature; incontra i protagonisti della Pasqua (la Madonna, la Veronica, la Maddalena, San Pietro e l’angelo); risponde alle loro domande e risolve alcuni giochi. Al termine chi trova tutte le risposte può portare a casa il dipinto preferito! E chi vuole può fermarsi nello spazio-laboratorio del Museo per decorare la cornice dell’opera con colori, cartoncini, stelle filanti, paillettes, stoffe, piume, fiori, colombe. È possibile partecipare all’attività tutti i giorni di apertura e non occorre la prenotazione (è richiesta solo per gruppi di più di 8 bambini). L’iniziativa, attiva fino all’8 maggio, è compresa nel biglietto d’ingresso (per bambini e nonni ingresso ridotto € 1,00; ingresso intero € 3,00).
- LA MADDALENA NELL’ARTE_ incontri a tema
sabato 30 aprile, ore 17.00e giovedì 5 maggio, ore 15.30
In prossimità della Pasqua si propone un incontro dedicato a Maria Maddalena, santa tra le più rappresentate, sia per l’importante ruolo tramandato dai vangeli, sia per le tradizioni, le leggende e i travisamenti che hanno accompagnato la sua figura dai tempi più remoti fino al recente successo del Codice da Vinci di Dan Brown.
Per chiarire le caratteristiche della sua iconografia, la visita in Museo sarà preceduta dalla proiezione e dal commento di immagini di opere molto note, cui si aggiungeranno gli esempi più vicini del Sacro Monte, di Varese e del suo circondario. L’appuntamento con LA MADDALENA NELL’ARTE è per sabato 30 aprile (ore 17.00) e giovedì 5 maggio (ore 15.30). Il percorso tematico è compreso nel costo del biglietto d’ingresso € 3,00 (ridotto € 1,00) e può essere ripetuto altri giorni su prenotazione (min.8 /max 20 persone).
- Il Rinnegamento di S. Pietro
Tra le opere che i bambini incontrano nel percorso proposto fino all’8 maggio, è la tela seicentesca con il Rinnegamento di S. Pietro quella che suscita la maggior curiosità… dei grandi che li accompagnano.
L’opera fu probabilmente donata nel 1929 dal barone Giuseppe Baroffio Dall’Aglio, anche se non è citata da Costantino Del Frate che in S. Maria del Monte sopra Varese (Chiavari, 1933) riporta una selezione della donazione Baroffio per cui in quegli anni si stava costruendo il nuovo museo.
Siamo nel cortile della casa del sommo sacerdote Caifa dove Pietro è riuscito a entrare per seguire l’interrogatorio di Gesù, ma la visione della scena è molto ravvicinata e nulla si percepisce dell’ambiente intorno. La donna, una serva di cui parlano tutti gli evangelisti, ha appena riconosciuto Pietro come uno dei discepoli di Gesù: la sua bocca è semiaperta e l’indice accusatorio ancora alzato. Pietro, come indica la posizione efficace delle mani, sta negando di conoscerlo. Sono gesti parlanti che, insieme ai contrasti di luci e ombre, segnano un momento di grande tensione narrativa.
Il tema della negazione di Pietro fu particolarmente rappresentato nel XVII secolo, anche se la sua origine è antica. Più spesso raffigurato come elemento secondario nell’episodio di Cristo davanti a Caifa, già in epoca altomedievale è tuttavia presente anche con il ruolo di scena autonoma, come nella preziosa lipsanoteca (cassetta in avorio probabilmente destinata a contenere reliquie) del Museo di S. Giulia a Brescia.
Le principali declinazioni del soggetto, che ebbe grandissima fortuna tra i pittori caravaggeschi, nella cui cerchia va genericamente ricondotto l’anonimo autore del nostro dipinto, sono due. La prima segue un’interpretazione sintetica e drammatica legata al modello dell’opera napoletana di Caravaggio (oggi a New York, Metropolitan Museum), con due o tre personaggi a mezza figura che colloquiano con gesti “teatrali” e un gioco efficace di sguardi. L’altro filone di rappresentazione del tema propone una visione meno intensa e più allargata che diventa banale occasione per raffigurare un’affollata scena di genere in notturno. Quasi sempre, come nel nostro caso, la serva ha in testa un panno o una specie di turbante.
Anche S. Pietro è ben riconoscibile nella fisionomia tipica di vecchio stempiato con corta barba bianca. Le rughe e le imperfezioni del suo volto emergono con evidenza per la luce decisa che proviene da sinistra: piccole ombre accentuano la nostra percezione dei segni dell’età e sottolineano le vene che pulsano, i muscoli tesi del collo che scattano veloci per guardare la donna e rendere più convincente la negazione. Le parole impulsive e menzognere sono enfatizzate dal gesto della mano sinistra: a questa e non alla destra, cioè alla mano che tradizionalmente sottolinea la verità dei giuramenti, è affidato il compito di accompagnare la falsa dichiarazione.
- NEWSLETTER
Da marzo 2011
A marzo è stata attivata la newsletter del Museo alla quale ci si può iscrivere direttamente dalla home del sito www.museobaroffio.it. L’adesione consente di ricevere gli aggiornamenti sulle iniziative promosse, ma anche brevi articoli o schede inedite dedicate ad alcune opere significative.
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AGGIORNAMENTO ORARI MUSEO
Giovedì, sabato e domenica 9.30–12.30/15.00-18.30
A maggio anche martedì e mercoledì 15.00–18.30