Riceviamo e pubblichiamo dall’Associazione Carta ’48:
Strade invase da rifiuti di ogni genere, cassonetti stracolmi e piazze che diventano discariche abusive, due cose sconvolgono nel guardare la Caserta di questi giorni: il livello di degrado raggiunto e l’agghiacciante indifferenza delle persone. Proprio la passività dei cittadini è ciò che desta le maggiori preoccupazioni: ci siamo assuefatti all’indecenza? Ci siamo abituati a questa disgustosa situazione? Siamo così abituati a vedere i rifiuti per strada che non riusciamo neanche a indignarci nel vedere questo continuo stupro che la città subisce?
Passeggiando per corso Trieste lo scenario è paradossale: i cassonetti non riescono più a contenere tutti i rifiuti che, di conseguenza, si riversano per strada invadendo marciapiedi e carreggiata . Stessa situazione a piazza Mercato, dove si erge una montagna di carta da imballaggio: monumento alla barbarie e all’inciviltà. Ben più gravi le realtà delle strade della periferia casertana. Eppure qualcosa, dall’alto, inizia a muoversi: «Entro la fine di gennaio dobbiamo trovare una soluzione ai rifiuti in Campania, altrimenti il rischio è di una multa da 500.000 euro al giorno che durerà fino a quando non si risolverà» in modo adeguato la situazione. L’ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini appena qualche giorno fa, nel corso di un convegno organizzato dal Pd.
«In Campania si tratta di affrontare – aggiunge Clini – una partita difficile». Ma sembra che, osserva, «la Regione riuscirà ad approvare il piano per la gestione dei rifiuti entro la prossima settimana. Così – prosegue ancora il ministro – quando io il 25 sarò a Bruxelles potrò esporre in modo razionale quello che intendiamo fare, sia sul tema della differenziata che su quello degli impianti che degli inceneritori». Cenni di attività arrivati solo dopo la pesante condanna che l’Italia ha ricevuto dalla Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo. «Lo Stato italiano, a partire dal 1994, non è stato capace di gestire adeguatamente l’emergenza rifiuti in Campania ed è stato condannato per questo dalla Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo sulla base di un ricorso presentato da 18 cittadini di Somma Vesuviana. La Corte ha riconosciuto la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato cioé non può costringere i suoi abitanti a vivere tra i rifiuti. Non è stato però riconosciuto il danno alla salute», così recita un dispaccio dell’Ansa della settimana scorsa. Insomma siamo al paradosso: se dall’alto qualcosa inizia a muoversi, le strade rimangono invivibili a discapito della salute dei cittadini, della qualità della vita e dell’immagine delle nostre città.
m.dn