I referendum, come noto, in Italia possono essere solo abrogativi. Servono quindi a cancellare gli “errori” commessi dal governo su questioni che stanno a cuore alla collettività. Gli italiani hanno quindi le idee chiare su ciò che vogliono mantenere pubblico (l’acqua), sulle tecnologie d’approvvigionamento energetico che non vogliono (il nucleare) e sulla questione dell’uguaglianza di tutti i cittadini (senza esclusioni di nessun tipo) di fronte alla Legge. Quali sono stati quindi gli errori del governo Berlusconi? In primo luogo quello di aver imposto decisioni su questioni così sentite, senza tastare il polso della gente, in secondo luogo di aver fatto (clamorosamente, direi anche) gli interessi personali di qualcuno a discapito di quelli collettivi. Gli italiani hanno punito la sfacciataggine di chi pensava di poter decidere sopra le loro teste come se fosse stato eletto monarca e non semplicemente presidente del consiglio.
Sulla questione dell’acqua si sono pronunciati un po’ tutti ed è evidente che, con questo referendum, si sono rimarcati due punti fermi che i cittadini non intendono mettere in discussione: gli enti privati non possono avere un canale preferenziale per gestire gli acquedotti e le condutture che forniscono acqua alle case del Paese, e non possono considerare l’acqua come un bene su cui lucrare. È una decisione molto importante che va contro interessi economici (non solo italiani) enormi. Da tempo si dice che l’acqua sarà presto il nuovo petrolio e i cambiamenti climatici del Pianeta lasciano intendere che sarà proprio così. Ecco gli italiani su questa questione si sono schierati dalla parte giusta, dalla parte degli ultimi e dei più deboli, quelli cioè che non avranno i soldi per pagare un bicchiere d’acqua alle multinazionali.
Il nucleare, affrontato come l’avevano affrontato i promotori di questo cambiamenti nel Paese, era semplicemente improponibile. Era chiaro a chiunque che, dietro quella che veniva presentata come una rivoluzione tecnologica che avrebbe portato lavoro e benessere a tutti, c’erano solo dei soldi e degli appalti da spartire. Il Paese ha accumulato un ritardo troppo grande sul nucleare e comunque aveva imboccato la strada virtuosa delle energie rinnovabili. Gli italiani, anche su questo quesito, hanno dato un segnale chiaro: vogliono un’energia pulita, non vogliono lasciare in eredità ai loro discendenti scorie radioattive e non vogliono dipendere dai fornitori di uranio. Nessuno ha creduto alla balla clamorosa che il costo dell’energia sarebbe diminuito, e neppure la falsità secondo cui le centrali di terza generazione sarebbero sicure al 100% ha attaccato. Ora il Paese si aspetta un importante investimento nel settore dell’energia rinnovabile e nella ricerca di nuove fonti di energia pulita. E anche qui gli italiani hanno preferito “chiudere i rubinetti” anche a Confindustria che lamenta (giustamente) l’assenza del Governo, ma poi applaude pubblicamente l’ad di un’azienda (la ThyssenKrupp) condannato a 16 anni e mezzo per l’omicidio di sette operai. Questo gli italiani l’hanno notato…
Il legittimo impedimento era il quesito più “politico” dei quattro, quasi una consultazione su Silvio Berlusconi. E Berlusconi ha perso. Lui e la sua maggioranza di governo hanno tentato per anni (tralasciando nel frattempo tutto il resto) di far passare leggi e leggine che salvaguardassero lui e i suoi accoliti da quella che considerava una persecuzione della Magistratura. A quanto pare il cittadino comune, che se riceve una querela in tribunale ci va anche se deve lavorare o ha altri impegni, non considera Silvio Berlusconi al di sopra di tutti. La Legge è uguale per tutti, dal più povero al più ricco, senza nessuna eccezione: questo, sfortunatamente per Berlusconi, è quello che vogliono i cittadini italiani. Su di lui, sulle sue questioni giudiziarie, sui suoi processi e affari, la gente vuole semplicemente che tutto proceda come secondo prassi. La Magistratura deve fare il suo lavoro e Silvio Berlusconi deve lasciarli fare e, se non gli sta bene, tanto peggio per lui: questa è la Legge e al di sopra della Legge c’è solo dio.
Ci si domanda, come in passato, perché nel nostro Paese non si possano fare anche referendum propositivi? Perché gli italiani possono solo dire no alle decisioni del proprio governo e non imporgli proprie decisioni? La soglia del quorum poi, che non tiene minimamente conto della tendenza all’astensionismo, ha ancora solo un senso: dimostra che la “maggioranza” di cui si faceva forte Silvio Berlusconi è una minoranza di fronte a quella vera che si è espressa (bocciandolo su tutti i fronti) a questo referendum. Insomma, oggi più che mai è valido il detto vox populi, vox dei.