Carver nasce il 25 maggio 1938 e muore il 2 agosto 1988. Solo cinquant’anni di vita per uno scrittore splendido. In questo poco tempo ha conquistato molti importantissimi riconoscimenti (di cui non parlerò perché non mi interessano) e ha dato alla letteratura un nuovo stile espressivo: minimalista venne chiamato all’epoca.
Carver minimalista?
C’è da dire che lui si oppose sempre a questa che definiva un’inutile etichetta e aveva ragione. I sui scritti non sono minimalisti, sono asciutti, scarni, scavati, essenziali. Le sue pagine non sono scritte, sono scolpite. Viene tolto il superfluo per lasciare l’essenza, per l’asciare l’uomo. I protagonisti delle sue storie sono persone comuni dalla vita mediocre eppure racchiudono la realtà di ciascuno di noi, quella profonda, quella che a volte ci spaventa e che ricacciamo via. Attraverso la quotidianità banale e ordinaria ritroviamo le nostre tensioni fondamentali: la necessità profonda di essere amati, di comunicare in modo sincero, la paura della morte e la necessità di essere salvati. Carver toglie la nostra maschera e ci mostra come siamo veramente e cosa è effettivamente importante nella nostra vita.
Dentro ognuno di noi c’è la voglia, il bisogno di grandezza, di infinito, però non riusciamo a staccarci dalle cose insignificanti. Carver mentre ci racconta quanto siamo piccoli, quanto abbiamo paura di abbandonare l’acqua bassa dove tocchiamo, ci lascia intravedere il fascino e la potenza dell’Oceano dove vorremmo essere.
Una breve bibliografia
Di più non posso raccontarvi perché un autore va letto. Sotto troverete una breve lista con le opere tradotte in italiano. Leggetene almeno una:
– Cattedrale
– Di cosa parliamo quando parliamo d’amore
– Il mestiere di scrivere.
– America oggi
– Da dove sto chiamando
– Principianti
– Se hai bisogno, chiama
Ulteriori informazioni le trovate qui.