Forse molti di noi non sanno chi sia Loti, ma almeno vale la pena di visitare questo caratteristico caffè, per la meravigliosa vista del Corno d’Oro che offre. E sicuramente, se andiamo poi a leggere chi era Pierre Loti, non potremo che essere d’accordo con lui quando affermava di essersi innamorato di Costantinopoli (il nome di Istanbul nell’epoca di Loti).
Da ufficiale di Marina a scrittore
Pierre Loti (pseudonimo di Luis Marie-Julien Viaud, Rochefort, 14 Gennaio 1850-Hendaye, 10 Giugno 1923) è stato uno scrittore francese e membro dell’Académié Française. Era ufficiale di marina con la passione per la scrittura, e i suoi viaggi hanno ispirato molti dei suoi romanzi, come ad esempio Pêcheur d’Islande (Pescatore d’Islanda). Proveniva da una famiglia protestante. Tra il 1861 e il 1864, trascorse le sue vacanze estive a Bretenoux, nel Lot, dove si dedica alla musica e alla pittura. I ricordi di questo periodo sono narrati nelle sue ultime opere: “Prime Jeunesse” (Prima giovinezza) o “Jurnal Intime” (Diario personale). Allievo eccellente, nel 1867 entra nell’ Ecole Navale di Breste, dove diventa ufficiale di marina. Durante uno soggiorno a Tahiti, nel 1872, ne resta così affascinato da scrivere Le Mariage de Loti (Il Matrimonio di Loti). La regina tahitiana, Pomaré gli conferisce il soprannome di Lotì (nome di un fiore tropicale), per via della sua pronuncia sbagliata di questio fiore (Roti), nome che poi userà come pseudonimo.
Nel 1877, imbarcato sul Corona verso la Turchia, terra che occuperà un posto speciale nel cuore dello scrittore. Nel 1881 pubblica il suo primo romanzo firmato come Pierre Loti, Le Roman d’un Spahi, ispirandosi ad un suo viaggio in Senegal. Nel 1883 pubblica Mon frère Yves (Mio fratello Yves), un’opera impressionista che riscuote un grande successo sebbene suscita qualche sospetto di omosessualità. E sempre in questo periodo scrive oltre 40 volume. Nel 1886, sposa Blanche Franc La Ferrière, da cui avrà un figlio, Samuel. Sebbene la moglie fosse devota e gentile, Loti confesserà ad un amico di annoiarsi a morte.
Di certo non conosce noia la sua attività letteraria. Loti muore il 10 giugno del 1923 a Hendaye con funerali nazionali e seppellito nella casa dei suoi avi.
Tra il 1878 e il 1911, Loti scrive un Diario Privato che verrà pubblicato dopo la sua morte da suo figlio Samuele che rivela moltissimi fatti della sua vita e che quindi lo fa conoscere meglio. Purtroppo, dopo il 1940 la memoria di Loti va sempre più affievolendosi ad essere completamente dimenticato.
L’accademico Loti
Nel 1891 Loti è eletto all’Académie Française quasi per scherzo, poiché vi era un seggio libero e il suo amico Edmond de Goncourt gli propone di provarci. Loti lo vince sorpassando addirittura Zola. E così diventa il le plus grand écrivain exotinque (il più grande scrittore esotico). Inizia anche una relazione con una donna di origine basca da cui avrà un figlio, Raymond.
Tra il 1900 e 1902, Loti vive un periodo turbolento: viene, infatti, mandato in pensione per aver criticato i modi crudeli usati dai militare francesi durante la conquista della città vietnamita di Hué. Successivamente, oltre ad essere reintegrato nella marina, riceve anche La Legion d’onere da parte del presidente della repubblica francese Fèlix Faure.
Loti e la Turchia
Essendo un ufficiale di Marina, Loti ha occasione di viaggiare molto e di visitare, anche più volte, svariati luoghi e di goderne delle meraviglie. Tra essi, la Turchia è senz’altro uno dei paesi che più hanno attratto lo scrittore francese e di cui si innamorò. Infatti,dopo alcuni precedenti viaggi in Turchia, Loti ci ritorna nel 1877. Durante questo soggiorno conosce Aziyadè, una splendida odalisca dagli occhi verdi, con la quale vive una travolgente passine. La giovane donna appartiene all’harem di un dignitario turco. Prima di lasciare la Turchia, Aziyadè dona a Loti un anello fatto con i propri gioielli, in nome del loro amore. Quando Loti torna di nuovo a Costantinopoli, va a cercare la bella amante ma scopre che si è lasciata morire di doloro a causa della sua partenza. Alcune delle sue opere considerate le più straordinarie, sono dedicate proprio alla bella Aziyadé, come l’omonimo “Aziyadé (1879) e “Fantõme d’Orient” (1892).
Loti ci ritorna nel 1880, ma come scriverà in seguito, non «guarirà dalla dolce nostalgia del Bosforo». E così, Loti vi soggiornerà spesso tra il 1910 e il 1913, quando partecipa alla lotta contro lo smantellamento dell’impero ottomano da parte dell’Occidente e che lui descriverà nel suo “La Turquie agoni sante” (La Turchia agonizzante), confermando il fascino che esercitava su di lui l’impero ottomano. Durante i suo lungo soggiorno ad Istanbul ,Loti abiterà in una casa nel bellissimo quartiere di Eyüp. Dopo la morte dello scrittore, la sua casa è diventato il famoso Caffè letterario Pierre Loti da cui si può godere di una meravigliosa vista sul Corno d’Oro che toglie il fiato.