Finalmente il governo Berlusconi dichiara guerra ai ragazzini che guardano i filmati porno su Internet: era ora! I genitori dormano sonni tranquilli perché a vigilare sulle curiosità sessuali della loro prole ci pensa il viceministro Romani. Come? Semplice: se tuo figlio (di cui non dovresti fidarti, mai!), approfittando della tua assenza, si guarda un filmino porno sul Web, ti arriva in automatico un sms che ti avvisa del misfatto. State ridendo? Pensate a quanto staranno ridendo i nostri detrattori all’estero…
Non si conosce ancora il testo di questa geniale trovata che fa carta straccia del diritto alla privacy dei ragazzi (che, benché minorenni, sono persone con dei diritti e non dei partecipanti involontari di un Grande Fratello statale…) entrando a gamba tesa in una sfera – l’educazione alla sessualità dei nostri figli – che dovrebbe riguardare esclusivamente le famiglie. Del resto lascia veramente sconfortati sapere che, in un periodo difficile come questo (in cui le priorità di un Governo responsabile dovrebbero essere altri, il lavoro in primis…), ci si debba soffermare a riflettere su una proposta di legge talmente idiota da essere incredibile. Non fosse provato dalle pagine dei principali quotidiani italiani si potrebbe anche pensare che si tratti tutto di uno scherzo… ma forse, tra un paio di giorni, qualcuno della maggioranza provvederà a tranquillizzarci spiegandoci che Romani è stato frainteso.
Accusare Romani e il governo che rappresenta di Clericofascismo sarebbe facile se non fosse semplicemente ridicolo prendere in considerazione le sue proposte. Ridiamone pure, ma pensiamo anche alla mentalità che sta dietro una proposta di questo genere. Siamo di fronte al ritorno di quella cultura agghiacciante, bigotta e ipocrita che dominava nell’Italia del dopoguerra? Siamo di fronte a una degenerazione del nostro in uno Stato etico che si arroga il diritto arbitrario di compilare un Indice dei siti immorali e sconvenienti e di informarci via sms se qualcuno in casa nostra li frequenta? Stiamo veramente discutendo se è ancora valido quel principio secondo cui, in una società liberale, i genitori hanno un margine di libertà nell’educazione dei figli? Abbiamo bisogno del viceministro Romani (o di qualsiasi altro viceministro) per crescere i nostri figli secondo i nostri principi morali?
E infine un interessante retroscena, degno della migliore commedia all’italiana degli anni 60. Il moralista – proprio come nel famoso film di Giorgio Bianchi con Alberto Sordi – predica bene, ma razzola male. Paolo Romani, quando era editore di Lombardia 7 non produceva esattamente programmi adatti a un pubblico di minori. La sua tv, per chi non lo sapesse, vantava un corposo palinsesto a luci rosse tra cui spiccava il programma Vizi privati e pubbliche visioni con la signorina Maurizia Paradiso. Forse non erano pornografiche, ma è difficile considerarle trasmissioni educative. Nessuno però all’epoca proponeva di avvisare i genitori quando i proprio figli giravano su Lombardia 7. E poi c’è la questione delle sostanziose partecipazioni di Romani nella linee 144 hot (e chi ha dubbi sui contenuti pornografici di questo genere di linee forse pecca un po’ troppo di ingenuità…). A questo punto bisogna ammettere che dal team di ministri e viceministri che circondano il premier Berlusconi ci si può aspettare di tutto. Il lavoro continua a mancare a molti, ma in compenso le sorprese esilaranti non mancano mai.
[fonte: l’Espresso]