Italia e Design sono un binomio imprescindibile da difendere con le unghie e con i denti?
Forse no, perlomeno non per il governo Monti. Il decreto mille proroghe porta da cinque a tredici anni la moratoria della protezione del diritto d’autore delle opere di design permettendo ai contraffattori (che avrebbero dovuto smettere di riprodurre le opere di design il 19 aprile 2011) di continuare a produrre merce contraffatta fino al 19 aprile 2014. Sul tema della moratoria si era già pronunciata la Corte di giustizia europea con un parere contrario mai recepito dal governo Monti. FederlegnoArredo e Indicam non sono stati fermi a guardare. A cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto milleproroghe hanno denunciato l’Italia alla Commissione europea.
A quanto pare il mille proroghe sul design italiano ha fatto un pastrocchio. Come spiega il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero: «È nostro dovere difendere e tutelare le aziende associate alla Federazione che investono costantemente in innovazione di prodotto da chi invece applica strategie puramente parassitarie». Si è formato un fronte compatto per la difesa del design italiano che va dall’Adi, Associazione per il disegno industriale a Confindustria, da Indicam ad Assarredo, da Assoluce alla Fondazione Altagamma, dalla Fondazione Valore Italia alla Fondazione ADI e CNAC (Consiglio nazionale Anticontraffazione). Tutti si dichiarano contrari a un provvedimento che viola i diritti d’autore e incentiva le copie seriali di opere di alto design.
Ma chi sono i nemici del design italiano tutelati dal mille proroghe? Inutile puntare il dito contro l’importazione, esiste da tempo un distretto produttivo specializzato in contraffazione proprio in Italia. L’epicentro di questo fenomeno è in Toscana, soprattutto intorno a Firenze, il distretto ha epigoni anche in altre regioni tra cui le Marche e il Veneto. Se saltasse la moratoria contenuta nel mille proroghe per i prodotti contraffatti sarebbe impossibile arrivare ai compratori stranieri, con una ricaduta economica devastante sui produttori: in alcuni Paesi dell’Unione Europea è previsto per legge che i prodotti contraffatti vengano bloccato alla dogana e mandati direttamente al macero.