Medea. Un mito che ha rapito, coinvolto e stregato artisti di ogni genere da Secoli.
Un mito della tradizione, che non conosce confini. Balletto, musica, teatro opera, pittura, scultura… ogni arte ha la sua re-interpretazione del mito, nella sua semplicità, così come nelle sue mille sfaccettature. Dalla Tragedia di Ovidio a quella di Jean de la Péruse, di Seneca, e alla celeberrima rappresentazione euripidea, dal romanzo di Christa Wolf, al balletto di Barber, alle musiche di Pacini e Tommasini. Tutti si sono inspirati al mito, alla donna, alle sue paure alla sua complessità e alle sue contraddizioni. Una donna che ha risvegliato la curiosità di Pasolini e Lars Von Trier in tempi più recenti, ma anche di Delacroix e Moreau. Insomma, correnti culturali diversissime, dal romanticismo al simbolismo hanno voluto omaggiare una delle più grandi opere della mitologia greca. Ma non è solo uno sguardo al passato quello che vogliamo dare. Ci sono anche “l’oggi” e “il domani”. Perché questa donna, questa amante, questa madre continua a stregare gli animi e a rinascere in nuovi modelli e in nuove forme. Ed è sempre la donna a colpire. E’ sempre sulla figura della donna che l’arte, attraverso Medea, ci vuol far riflettere.
ME DEA EX è un’interessante installazione della Medea dei tempi moderni. Neora, artista palestinese ha proposto, con uno spirito estremamente innovativo per l’ormai lontano 2003, una nuova interpretazione del mito di Medea. Web artist e insegnante di cyberculture all’università di Tel Aviv, Neora fa rivivere nella sua installazione tutta la complessità del proprio background di donna palestinese. Medea diventa infatti una donna palestinese che sacrifica la propria patria e i propri figli per il suo incondizionato amore verso Jasone, un israeliano. Un parallelismo unico fra il mito e la realtà dei nostri giorni, fra passato e presente, che corre nelle vene della storia, così come nella sua realizzazione. ME DEA EX è infatti una cyber adaptation del mito, che esamina nuovi linguaggi digitali: Medea è sulla rete, in un modo virtuale con cui l’audience può interagire. Lo spettatore fa parte del coro greco, e rappresenta il Global Village, mentre Medea, vera attrice, interagisce con un avatar. Attori, audience e player virtuali interagiscono in unico spazio in quella che è una delle prima sperimentazioni del Cyber Theater. Insomma c’è tanta sperimentazione nell’opera di questa astista israeliana, sperimentazione che vuole indagare con curiosità temi antichi e temi moderni con nuovi mezzi. Difficile prevedere all’epoca la strada che avrebbe preso il web, nel vorticoso labirinto della sua evoluzione, ma sebbene dal punto di vista tecnico questa installazione ci possa sembrare ormai datata, dal punto di vista culturale e intellettuale vive di una innegabile attualità.
References:
- Bruns, F. W., Faust, M., Robben, B. (2004): Human-Machine-Systems and Performing Art. 9th IFAC Symp
- ADE Human-Machine-Systems
- Aesthetic Computing Manifesto (2002): Dagstuhl Seminar on Aesthetic Computing. http://www.dagstuhl.de/
- 02291/, http://www.cise.ufl.edu/~fishwick/aescomputin g/manifesto.pdf
- Alder, S., Söhle, B. (2003). Theater in gemischten Welten. Untersuchung der Interaktionen in den
- Theaterstücken A Wedding Rehearsal in Cybertown und ME DEA EX_, Bremen University
Web references: