Nove anni fa, nell’ottobre del 2005, iniziava l’avventura di Medea, sotto la forma di un sito di opinione. Oggi si direbbe un blog, ma a quel tempo il termine non era ancora così diffuso. Il sito era nato dalla volontà dei due fondatori, Andrea Cattaneo e Paolo Magri, di sbarcare sul web come prosecuzione di un progetto di scoperta ed esplorazione culturale. Un sito espressione di due individualità, di due punti di vista, come se ne vedevano fiorire tanti all’epoca.
Cosa abbiamo fatto in questi anni?
Medea ha sempre parlato di quello che succede in Italia, in Europa e nel mondo, impegnandosi nelle questioni che agitano la società contemporanea. Il sito ha seguito da vicino le numerose vertenze che segnano la storia della seconda repubblica, tra cui l’Alitalia, l’Eutelia-Olivetti, la Mivar, intervenendo a fianco dei lavoratori, delle aziende italiane, proponendosi come forum di confronto sulle trasformazioni epocali che stanno investendo il nostro territorio nazionale e le nostre vite (come non citare lo speciale sullo “Sboom economico” che descriveva gli effetti della crisi già dal 2008?).
Non solo industria e lavoro
Ma Medea non si è limitata a difendere la storia industriale italiana. Ha fatto proprie le battaglie degli studenti e dei ricercatori contro le numerose riforme dell’università, ha dato eco al problema del lavoro precario, agli sconvolgimenti dell’economia e dalla società nell’era della globalizzazione, ha fatto propria la questione Europea intesa come solo orizzonte politico degno di nota. Il “progetto culturale” di questo sito è andato definendosi con il tempo e si è riassunto nel motto che accompagna il titolo: “cercare la verità, riconoscere l’ingiustizia, amare l’arte”.
Il gioco di squadra
La redazione di Medea, che con il tempo si è circondata di collaboratori validi e preparati che scrivono da ogni parte d’Europa, tratta politica e cultura in modo sobrio e approfondito, ben lontano dallo stile gridato e prevaricatore che sembra divenuto la regola del comunicare contemporaneo. Ogni membro della redazione ha storie e competenze diverse, ma la volontà comune è quella di vedere la cultura italiana tornare ad essere un motore di civiltà e di valori positivi. La politica è uno specchio della cultura e l’azione di Medea è culturale e politica allo stesso tempo, perché incarna i valori profondi dell’umanesimo.
La ricerca della verità ci rende liberi
Medea non ama la partigianeria politica, né la cultura viziosa, né i dogmi; ama le persone che sono intellettualmente oneste, che dicono le cose perché ci credono e non perché abbiano interesse a farlo. Per questo Medea vuole essere un luogo di confronto onesto e costruttivo. Il fine del sito è incoraggiare gli utenti ad accostarsi ad un argomento che incarna i diversi valori della “cultura”, che siano essi politici, letterari, filosofici. Medea non ha l’intenzione di fare della ricerca accademica: è una realtà generalista e polivalente, che è stata pensata per il web e per il web solamente. Consiglieremo libri, approfondimenti, appuntamenti, convegni, mostre, sarà poi il lettore a scegliere dove indirizzare i suoi interessi.
Nove anni e non sentirli!
Medea, la cui avventura è iniziata nove anni fa, oggi è diventato un sito seguito ogni mese da migliaia di visitatori, che vogliono approfondire argomenti di cultura, arte, attualità, che condividono progetti sostenuti da varie attività associative, che difendono la bellezza, la legalità, la propria identità di italiani, di europei, di cittadini del mondo, di persone che non vogliono piegarsi di fronte alla violenza del capitalismo senza regole, all’appiattimento del consumismo, all’edonismo sfrenato. Nel 2015 questo realtà compirà dieci anni, tempo di bilanci e rilanci. Per questo dal 15 Settembre, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno editoriale, il sito si rinnova: una nuova sorprendente veste grafica, una redazione ampliata con persone motivate e preparate, una programmazione settimanale che propone approfondimenti di qualità. Sono passati nove anni, molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. E Medea è qui per questo. Si riparte!