Gli scrittori si potrebbero riassumere in tre macro-categorie: quelli che pur volendo non ne hanno le capacità, quelli bravi che però hanno necessità di studiare e impegnarsi costantemente e i geni. Che ve ne pare? Prima che rispondiate sappiate che questa classificazione non è farina del mio sacco, ma di uno dei più grandi narratori degli ultimi cinquant’anni: Stephen King. Io comunque mi trovo perfettamente d’accordo con lui (strano, eh?). E ora, se vi state chiedendo come mai sono partito da questa premessa, la risposta è: perché mi interessava arrivare a questa domanda. Ma scrittori si nasce o si diventa?
La volontà ferrea
Per come la vedo io, in massima parte, lo si diventa. Conosco tanti bravissimi autori che, partiti da una buona base, sono poi assurti a Scrittori (rigorosamente con la S maiuscola) grazie a un’applicazione costante, a centinaia di libri letti, a una volontà ferrea e a una passione smodata.
Fare gli scrittori, dunque, non è solo amore per la scrittura. È anche impegno e sacrificio e, soprattutto, studio. Della grammatica, certo, ma non solo. Diciamo anzi che quello è solo l’inizio, la classica punta dell’iceberg. C’è poi lo stile da affinare, il linguaggio da personalizzare, l’ambientazione da ricercare e tanto, tanto altro ancora.
Come fare, dunque, e da che parte cominciare? Manuali di scrittura, ecco la risposta, almeno in parte. Lo so, qualcuno storcerà il naso e qualcun altro griderà allo scandalo. Io non sono fra questi, però. Io, anzi, ritengo che possano in molti casi essere un aiuto concreto a chi vuole migliorarsi come autore. In fondo, se leggiamo un manuale per montare un lavandino o costruire un barbecue, non vedo perché non dovremmo farlo per scrivere una storia. Dopotutto è un mestiere dignitoso (forse) quanto gli altri. E proprio come gli altri ha delle regole e delle tecniche che bisogna conoscere a menadito se lo si vuole praticare.
I manuali di scrittura
Parliamo dunque di manuali di scrittura. Personalmente ne ho letti diversi e mai una volta l’ho considerata una perdita di tempo. Un buon manuale di scrittura fornisce utili strumenti all’autore, esordiente o affermato che sia. I migliori analizzano ogni aspetto della creazione di un testo (sia esso un racconto di poche righe o un romanzo di centinaia di pagine), sviscerando ognuno degli elementi e spiegando (attraverso esempi pratici, estratti di libri famosi ed esercizi), tutto ciò che compone un romanzo e ne è elemento imprescindibile.
Ognuno di noi può, in un momento di ispirazione, buttare giù la trama di un libro e arricchirla di qualche personaggio. Ma penso che altra cosa sia approfondire l’ambientazione per dare un quadro unico, che non sia proprio di nessun altro libro tranne il nostro; e allo stesso modo la caratterizzazione dei personaggi non è certo un elemento di contorno di un libro. Proprio come l’intreccio, il suo incipit, il suo climax e il suo epilogo. Tutti elementi di cui si deve tener conto quando si scrive e che bisogna conoscere a fondo.
Ecco, i manuali di scrittura hanno a mio giudizio l’innegabile vantaggio di affrontare uno dopo l’altro ognuno di questi aspetti, dando al novello autore consigli pratici e utili su come affrontarli e perché no, anche su come evitare i pericoli che, inevitabilmente, scrivere comporta.
Il mio consiglio
Lungi da me indire una crociata a difesa di questi manuali. Ognuno è libero di pensarla come meglio crede. Però io resto dell’idea – e lo consiglio anche a molti autori che collaborano con me – che un buon manuale, allo stesso modo di un buon corso di scrittura, possa rappresentare un aiuto innegabile. Scrivere, infatti, è questione anche di tecnica. E quella la si può apprendere con un po’ di buona volontà. Se infatti per certe caratteristiche serve anche un po’ dell’aiuto di Madre Natura, sotto forma di talento, è altrettanto vero che molti degli strumenti necessari e indispensabili per scrivere un libro possono essere appresi. E, anzi, è dovere di ogni individuo che desideri scrivere mettersi di impegno per impararli.
Perciò, se avete nel cassetto un romanzo o se siete dell’idea di scriverlo, procuratevi un buon manuale di scrittura, che rappresenti una buona base da cui partire e che vi aiuti a imparare tutte quelle tecniche che possono fare la differenza fra l’aver prodotto un buon libro e l’aver scritto un grande libro. Consigli sui titoli, infine, non mi sento di darne. Un po’ perché non mi va di prediligerne uno piuttosto che un altro (e allo stesso modo non mi va di fare pubblicità); un po’ perché anche il gradimento di un buon manuale è molto soggettivo. Alla fine la soluzione migliore è sempre la stessa: testarli sulla propria pelle e magari procurarsene più d’uno.
In fondo, non ho mai sentito che il troppo studio abbia pregiudicato il risultato di un buon libro.