In quelle casse, a metà degli anni ’50 erano state infilate le immagini di quella che fu la prima mostra del gruppo Magnum e che, con il titolo Gesicht der Zeit (La faccia del tempo), tra il giugno 1955 e il febbraio 1956 era stata proposta in cinque città austriache. Verosimilmente le casse erano pronte per portare il loro contenuto alla sede successiva della mostra, ma qualcosa lo impedì. Vennero depositate in quella cantina e lì dimenticate. Se il momento fosse stato diverso, viene da pensare che una storia come questa avrebbe potuto affascinare un giornalista scrittore come Joseph Roth e oggi ce la saremmo potuta ritrovare in Ich zeichne das Gesicht der Zeit, la raccolta dei suoi servizi giornalistici.
Storia di un ritrovamento
L’eccezionalità del ritrovamento riguarda innanzitutto il patrimonio di immagini originali ritornate alla luce, ma anche la possibilità, grazie alle didascalie e ai supporti anch’essi inseriti nelle casse, di rivedere la mostra esattamente così come l’hanno pensata gli stessi fotografi che di essa erano i protagonisti e come l’hanno ammirata gli austriaci all’epoca oltre sessanta anni fa.
Quel tesoro è stato affidato a laboratori di restauro ed è ora proposto nella mostra “Magnum’s first” che, in prima italiana, resta esposta a Brescia, al Museo di Santa Giulia (catalogo Silvana Editoriale) sino al 3 settembre, nell’ambito dei grandi appuntamenti internazionali di fotografia che derivano dalla prima edizione del «Brescia Photo Festival 2017” voluta da Luigi Di Corato, Direttore di Brescia Musei.
Magnum first si compone di 83 stampe vintage in bianco e nero accompagnate da otto testi di fotografia firmati da Henri Cartier-Bresson, Marc Riboud, Inge Morath, Jean Marquis, Werner Bischof, Ernst Haas, Robert Capa e Erich Lessing.
Vi compaiono immagini che sono entrate nella storia della fotografia. Come il reportage dal Festival delle province basche di Robert Capa o le immagini della Dalmazia di Marc Riboud o quelle tratte dal Photographic Diary di Werner Bischof. Fanno parte dell’immaginario collettivo del ‘900, le 17 immagini scelte da Henri Cartier-Bresson per ricordare il funerale del Mahatma Gandhi.
Altri lembi del mondo, così come lo avevano registrato appena prima della mostra, sono proposti da Ernst Haas “La terra dei Faraoni”, 1954), da Erich Lessing”Austria, Bambini viennesi”, 1954, Jean Marquis (Ungheria, 1954) e Inge Morath (Londra, Mayfair, 1954).
A ricordare il fortunate ritrovamento, anche le due casse dimenticate sono presenti in Santa Giulia.
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Mostra
Magnum’s First
Brescia, Museo di Santa Giulia
Fino al 3 settembre 2017
www.bresciaphotofestival.com
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