In occasione del centenario dalla pubblicazione nel 1909 del Manifesto Futurista di Tommaso Filippo Martinetti su le Figaro di Parigi, Brescia organizza una mostra che si articola in tre eventi che hanno come comune denominatore il Futurismo, un movimento che preannuncia un radicale cambiamento della cultura in tutti i suoi aspetti, riservando per l’arte un ruolo ideologicamente impegnativo.
Il primo evento espositivo, dal titolo “Bulloni, grazie e bastoni – il libro futurista”, ha sede nel Museo Santa Giulia: si inizia quindi dal rinnovamento operato in campo letterario-visivo con le tavole “parole libere” e “verso libero” già indicative nella loro definizione del carattere spiccatamente rivoluzionario del movimento. Si riscontra l’accostamento frequente di grassetti e corsivi, di maiuscole e minuscole, impiegate per esprimere le convinzioni di un’avanguardia che esalta in ogni sua forma la fiducia nei confronti del progresso e il rifiuto delle vecchie ideologie. I verbi sono usati quasi esclusivamente all’infinito; raro, quasi inesistente, è invece l’uso di aggettivi, avverbi e punteggiatura.
Tra le produzioni letterarie si trovano storie di propaganda, guerra e velocità, ma anche fantasia e amore: contenuti scabrosi espressi in toni rivoluzionari, in composizioni senza regole di simmetria.
Sono esposte opere dei grandi protagonisti del futurismo, da Boccioni a Soffici, Severini, Russolo, Prampolini, Bragaglia e altri importanti autori a cui si deve l’estensione della poetica futurista a diversi campi, tra cui la musica, la scenografia e il teatro. Raccolte di poesie e manifesti dai toni colorati, con impaginazioni e rilegature innovative sono esposte agli occhi di fruitori che non hanno però l’opportunità di approfondire i contenuti “sfogliando” le pagine (limite ovvio, dati gli oggetti, che oggi può essere sorpassato attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche).
L’evento prosegue spostandosi presso Palazzo Martinengo dove sono esposte due rassegne dal titolo “L’obbiettiva futurista. Fotodinamismo e fotografia” e “Fortunato Depero. L’officina futurista”.
La prima mostra permette attraverso una ricca serie di immagini di ripercorrere la produzione fotografica del futurismo, partendo dalla pubblicazione del “Manifesto della fotografia futurista”, testo che assicura legittimità alla sperimentazione fotografica (pur non citandone espressamente le tecniche) e apre la strada alla ricerca che si sviluppa in questo campo in particolare negli anni Venti e Trenta, in quello che verrà definito “Secondo Futurismo”.
Soggetto prediletto dell’obbiettivo fotografico è il movimento, reso attraverso un’esposizione prolungata e una sovrapposizione/fusione dell’oggetto con lo sfondo. Si avverte nelle immagini la volontà di rappresentare la scomposizione della forma e dei piani visivi, per ottenere una dimensione temporale. Dalla prima fotodinamica di Anton Giulio e Arturo Bragaglia si passa alla sperimentazione tecnica ricca di fotomontaggi e fotocollaggi adottati da Ricas, Munari e Carboni, fino a Veronesi.
Si prosegue con una sezione che ha come protagonista il volo aereo, soggetto che per diversi motivi risponde ad alcuni dei temi caratteristici del futurismo quali la velocità, il dinamismo e l’esaltazione della tecnologia. Le fotografie dall’alto del velivolo hanno come oggetto paesaggi e architetture che nella loro semplicità risultano efficacemente vertiginose. Sperimentazione e fotocollaggio permettono infine interessanti “punti di vista”, mentre Filippo Masoero offre visioni dall’alto a ventaglio: si tratta sostanzialmente di tecniche diverse che portano ad un comune stravolgimento della prospettiva spaziale, arricchendo l’immagine di elementi suggestivi. Alcuni noti protagonisti del secondo Futurismo chiudono la rassegna fotografica: sono personalità importanti come i fratelli Michaelles e i triestini Wanda Wulz, che compie importanti ricerche d’avanguardia soprattutto nel ritratto multiplo, e Ferruccio Demanins.
L’ultima rassegna fotografica, “Fortunato Depero. L’officina futurista”, propone un’importante raccolta di disegni.
Pittore, scultore e poeta italiano, Depero viene ricordato in questa sede per le ventidue tavole a zincografia che riproducono l’ambiente rurale, paesaggi alpestri, ma soprattutto temi della produzione futurista (l’esaltazione della macchina, l’entusiasmo per la velocità, il mito dell’aereo). Uno stile, il suo, che anticipa un ritorno alla logica e alla chiarezza della composizione, basandosi armonicamente sulla creatività e sull’essenzialità. Dietro la produzione futurista, si tratti di letteratura, fotografia o pittura, si coglie sempre un progetto innovativo che si accosta ad una metodologia precisa, probabilmente dettata dalla volontà di far coincidere l’arte con la vita e viceversa .Un’autentica azione in favore del progresso.
di Ongaro Silvia
Informazioni sulle mostre
Santa Giulia Museo della città dalle 10.00 alle 18.00 (chiuso il lunedì)
Palazzo martinengo dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 21.00 (chiuso il lunedì)
Sito internet: www.bresciamusei.com.