La commissione di esami si è concentrata principalmente sulla politica italiana, nazionale e locale, tenendo in considerazione un periodo di tempo che va dall’inizio del 2016 al 2017 e, diciamolo subito, quest’anno siamo rimasti molto delusi dai nostri politici. Più del solito? Ni. Ci sono stati tonfi, ma nessuna fuga verso l’alto. Ovviamente poi, dopo la Brexit e l’elezione di Trump, non potevamo poi sorvolare sulle figure politiche internazionali. Ma andiamo più nel dettaglio, ecco i voti in ordine rigorosamente sparso.
Matteo Renzi – Voto: 5/10
Il Referendum del 4 dicembre 2016, da lui voluto a tutti i costi, è stato la sua Caporetto. L’attività di governo, nell’ultimo anno a guida Renzi, si è concentrata principalmente su questa riforma mettendo in attesa molte altre questioni, anche piuttosto urgenti e importanti. La riforma costituzionale che, nelle intenzioni di Renzi, avrebbe dovuto snellire e velocizzare i lavori del parlamento non è piaciuta agli italiani. Risultato: dimissioni di Renzi e paralisi dell’attività di governo che ha dovuto subire un rimpasto. Dal suo governo sono mancati, anche nel 2016, gli interventi a sostegno dell’occupazione giovanile e non possiamo sorvolare sulla ricostruzione a rilento (per usare un eufemismo) delle Marche ferite dal terremoto dell’agosto 2016. Non parliamo poi della legge elettorale, un’altra delle sue ossessioni, alla gente sinceramente non interessa. Legge sul fine vita? Non pervenuta. Forse l’unica nota positiva, bisogna dargliene atto, la legge sulle unioni civili: non è perfetta, ma intanto c’è. La bocciatura per Renzi quest’anno è inevitabile, per lui è tutto da rifare.
Massimo D’Alema – Voto: 3/10
Esce dalla porta e rientra dalla finestra, l’equilibrista della politica Massimo D’Alema ha sfiancato tutti, ma proprio tutti gli italiani. La sua principale attività nel corso del 2016 è stata quella di opporsi a Matteo Renzi all’interno del Partito Democratico. la parte di Giuda ormai è una seconda pelle per lui, lo sa bene il povero Romano Prodi. Che altro? Un anno di niente, come da un bel po’ di tempo a questa parte. Maître à penser della corrente a sinistra del Partito Democratico, spina nel fianco di tutto il resto del mondo politico, D’Alema ha abbandonato la vecchia casa per fondare, il 25 febbraio 2017, un suo partito: Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. Con lui, nella buona e nella cattiva sorte, gli amici Bersani e Speranza e una carrellata di residuati bellici della sinistra italiana. Come da tradizione tanto fumo e niente arrosto, ma la storia giudicherà forse con più indulgenza. Per noi c’è la bocciatura secca.
Virginia Raggi – Voto: 4/10
La prima donna sindaco di Roma e anche il più giovane sindaco della capitale, peccato che non sia anche il miglior sindaco della città. Con lei l’amministrazione capitolina ha toccato abissi di inefficienza novetoli. Complimenti vivissimi! La svolta tanto voluta dai cittadini romani, che hanno appoggiato lei e il Movimento 5 Stelle, non c’è stata e forse non ci sarà mai. In compenso ci sono state indagini, buche da record in giro per le strade della città e una raccolta rifiuti da terzo mondo. Roma non è semplice da amministrare, la città ha un anima complessa, tante problematiche, e soprattutto tanti calli illustri che non bisogna pestare (ne sa qualcosa Marino) ma, nonostante tutte le attenuanti, con la Raggi il M5S ha fatto un bel buco nell’acqua e forse i risultati delle amministrative di giugno 2017 lo dimostrano. Attendiamo, da malfidenti, il momento in cui il Movimento 5 Stelle le scaricherà addosso tutte le colpe.
David Cameron – Voto: 3/10
Cameron verrà ricordato come il frescone che pensava di diventare il nuovo Churchill e invece ha finito (forse) con il rovinare il Regno Unito. Stiamo parlando della Brexit ovviamente, una sua creatura, una ferita tremenda nella storia del Regno Unito e dell’Unione Europea che però ha avuto l’effetto positivo di ricompattare tutto il Vecchio Continente attorno alle istituzioni di Bruxelles. Tutto tranne il Regno Unito che ora, grazie a lui, si trova ai margini del mondo occidentale, escluso dal mercato comune più grande del Pianeta, e costretto a chiedere alleanze e appoggi a destra e a manca. La sua erede Theresa “il cadavere che cammina” May ha dimostrato di avere la sua stessa intelligenza: alle elezioni anticipate, da lei volute per rafforzare il suo governo, ha preso una batosta leggendaria. Per colpa di Cameron tutto il Regno Unito ripeterà l’anno.
Vladimir Putin – Voto: 4/10
Ordinaria amministrazione per lo zar di Mosca, anche quest’anno le solite leggi per sopprimere diritti civili riconosciuti in tutto il mondo, i soliti interventi armati a fianco di dittatori sanguinari. Vorrebbe darsi un tono da mediatore internazionale, ma la cosa gli riesce piuttosto male. Va detto che Putin è l’altra faccia della medaglia dell’amministrazione USA: i due blocchi sono tornati alla guerra fredda perché, evidentemente, in qualche modo devono giustificare le colossali spese belliche e far dimenticare le diseguaglianze sociali interne. Anche a Putin, nonostante la sua politica muscolare, non è riuscita la guerra all’Isis. Comunque, a parte tutto, Putin a molti italiani piace, a molti russi piace, quindi si merita un 4 se non altro per la presa che è riuscito a fare sulla gente. Intendiamoci, lo diciamo con preoccupazione.
Donald Trump – Voto: 4/10
Il presidente degli americani spaventati dai messicani, quello che voleva impedire ai musulmani di entrare negli USA, quello che voleva togliere l’assistenza sanitaria pubblica introdotta dal suo predecessore Obama non ha combinato granché. Ha minacciato la Corea del Nord, ha fatto la voce grossa con i partner NATO chiedendo soldi. Si è anche cacciato nei guai con l’FBI perché, a quanto dicono i giornali americani, avrebbe intralciato un’indagine federale sui collegamenti tra la Russia e la sua campagna elettorale. Stai a vedere che quello che diceva di voler “far tornare l’America di nuovo grande” ha ricevuto un aiutino dai nemici di sempre… Anche Trump, come Putin, piace a molti ma, a quanto pare, non piace per niente agli europei che l’hanno un po’ preso come simbolo di cosa potremmo diventare se dividessimo l’Unione (come suggeriva Trump) e tornassimo a fare i valvassori degli americani.
Angela Merkel – Voto: 6/10
Dopo anni passati a schivare il ruolo di leader dell’Unione Europea (posizione che comunque occupava di fatto), di fronte a Trump e alla Brexit la Merkel ha passato il Rubicone. È lei al momento la figura politica più autorevole dell’Unione con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. La Merkel è della “scuola tedesca”, il rigore e l’austerity sono nel suo Dna e possiamo pensare che saranno queste le caratteristiche che vorrà imporre (ancora) alla UE d’ora in avanti. Resta quindi una domanda di fondo: la sua guida sarà un bene o un male per l’Unione? In ogni caso la sua solidità, in tempi di grandi incertezze, rassicura un po’ tutti, quindi si merita una sufficienza e la promozione.