Il 21 aprile 2010 Fiat S.p.A. ha annunciato l’intenzione di procedere ad una scissione dei business veicoli industriali, macchine agricole e per le costruzioni e relativi motori e trasmissioni.
Il 21 Luglio 2010 il Consiglio di Amministrazione della Fiat ha approvato la scissione parziale proporzionale, ai sensi degli artt. 2506 e seguenti del codice civile, con cui Fiat S.p.A. intende trasferire ad una società di nuova costituzione, Fiat Industrial S.p.A. alcuni elementi dell’attivo (prevalentemente partecipazioni) relativi ai business dei veicoli industriali, motori “industrial & marine”, macchine agricole e per le costruzioni oltre a debiti finanziari. Con la scissione, queste attività saranno separate da quelle automobilistiche e dalla relativa componentistica, che includono Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau e FPT Powertrain Technologies (attività di motori e trasmissioni per autovetture e veicoli commerciali leggeri).
Dalla data di efficacia della scissione – che si assume possa essere il 1° gennaio 2011 – le azioni di Fiat Industrial saranno assegnate agli azionisti Fiat sulla base di un rapporto uno a uno. Successivamente, Fiat e Fiat Industrial saranno quotate separatamente presso il mercato telematico azionario di Milano e opereranno in modo separato come società quotate indipendenti con i rispettivi management e consigli di amministrazione.
Fiat Industrial Group ha ricevuto una «highly confident letter» firmata congiuntamente da Barclays Capital, BNP Paribas, Citi, Credit Agricole Corporate and Investment Bank, IntesaSanpaolo, Societè Generale Corporate & Investment Banking, The Royal Bank of Scotland e Unicredit Corporate Banking per un nuovo finanziamento sino a 4 miliardi di euro (che sarà reso disponibile con una combinazione di un finanziamento ‘revolving’ e di un finanziamento a termine) che ci si aspetta possa essere finalizzato prima della data di scissione. È quanto si legge nella nota del Lingotto.
Si terrà presumibilmente il prossimo 16 settembre l’assemblea degli azionisti Fiat chiamati ad approvare la scissione dei business veicoli industriali, macchine agricole e per le costruzioni dall’auto. La scissione approvata, oggi, dal cda, è, infatti, soggetta all’approvazione degli azionisti e ai provvedimenti autorizzativi delle autorità regolamentari.
Il percorso delle due Fiat, sorelle ma non gemelle, è dunque cominciato.
Nel frattempo la Fiat annuncia ulteriori delocalizzazioni.
Se su Pomigliano, l’impegno è ribadito, per ora il progetto Fabbrica Italia stenta a decollare. Troppi blocchi, polemiche, soprattutto troppe le minacce targate Fiom (e i relativi primi assaggi) di «ingovernabilità degli stabilimenti». Risultato: la tabella di marcia degli investimenti Fiat prosegue come da previsioni, il secondo passo scatta subito, però non in Italia. Le linee della «L-0» — nome in codice dell’auto che sostituirà Musa, Idea, Multipla — erano previste a Mirafiori. Andranno in Serbia. Insieme ai 350 milioni che Sergio Marchionne avrebbe voluto impiegare a Torino e che invece, adesso, saranno «dirottati» a Kragujevac. Dove, peraltro, il Lingotto potrà contare su fondi aggiuntivi destinati al rinnovo totale degli impianti. Non un euro di «aiuto» sarebbe stato chiesto al governo italiano. Duecentocinquanta milioni saranno, per contro, messi sul piatto dalle autorità di Belgrado. Duecentocinquanta milioni che, insieme ai 400 di finanziamenti Bei ottenibili per il lancio dello stabilimento, portano il totale a quota un miliardo.
Insomma, la Fiat investe. Ma mai l’Italia è stata cosi lontana.
Fonti: fiatgroup.com – corriere.it