Saper raccontare è un’arte che richiede uno spiccato senso critico, capacità di analisi, sensibilità e fantasia, ma anche e soprattutto il piacere di ricreare e condividere le emozioni che una determinata esperienza ha impresso sul nostro spirito. È indubbiamente uno spirito libero e curioso quello che anima Federica Brunini, giornalista e scrittrice di successo, che da anni si occupa di viaggi, costume e tendenze, alla ricerca di personaggi, storie e luoghi da vivere e raccontare. Vivace e instancabile globe-trotter, convinta che il confronto con l’ignoto sia la più preziosa delle opportunità per comprendere tanto il mondo esterno quanto la parte più profonda di noi stessi, ha trasformato il viaggio in una predisposizione d’animo costante, in uno stile di vita guidato dal desiderio di svelare le apparenze, di sovvertire verità consolidate, di riconoscere l’incanto e la poesia anche nel quotidiano. La scrittura e la fotografia consentono all’autrice di trattenere le impressioni e di rielaborarle, razionalmente, in un secondo momento. Come ogni buon narratore, ha il talento di saper delineare con pochi tratti incisivi personaggi e atmosfere lasciando tuttavia un certo margine di indefinitezza, in grado di esaltarne il fascino e il mistero.
Le fotografie selezionate per ombrebianche/animerosse rivelano un carattere introspettivo, un percorso di ricerca interiore che trae forza dal dialogo tra entità bipolari, realtà opposte ma mai antagoniste. Il titolo stesso, con la sua delicata e poetica ironia, invita a partecipare alla definizione di una dimensione nuova, complessa e articolata, che è possibile comprendere solo seguendo il suggerimento dell’autrice: procedendo per antinomie. Ecco allora affiorare alla nostra coscienza concetti ed emozioni legati all’anima, all’essenza che rende unica ciascuna persona, in contrapposizione all’ombra, che in termini fisici potremmo identificare come la parte meno caratterizzante dell’individuo. Il condizionale è d’obbligo, perché nulla esclude che si possa valutare la contrapposizione sul piano morale, attribuendo all’ombra un significato negativo. Da qui prende il via un gioco intellettuale ed emozionale che ci conduce ad osservare le opere ora singolarmente, ora accostate l’una all’altra, alla ricerca di quelle risposte che possano soddisfare i dubbi che sorgono progressivamente, e ad approfondire le nostre riflessioni su diversi piani di lettura. Il contrasto acceso dei colori, il bianco e il rosso che dominano contrastandosi, lascia affiorare in noi sensazioni legate ad esperienze passate, mentre i soggetti ritratti sembrano rivolgersi alla nostra razionalità.
Le fotografie sui toni del bianco raffigurano personaggi calati in ariosi e candidi paesaggi innevati. Sono immagini silenziose, di un lirismo delicato eppure intenso, che trasmettono un senso di pace ma anche di inquietudine. La morbidezza della sfocatura, che intenzionalmente ci impedisce di riconoscere luoghi e volti, sembra relegare la scena in un tempo remoto, nell’ambito del ricordo, in cui tutto appare indefinito e ovattato.
Anche nelle fotografie giocate sui toni del rosso il tempo è dilatato tanto da apparire quasi assente, ma lo spazio è definito con precisione e la realtà ci colpisce proprio per la sua vivacità. L’occhio si sofferma sui dettagli, indugia sulle superfici, cerca gli elementi di maggiore interesse per identificare e comprendere la scena che ci si presenta. Federica Brunini ci svela scene d’interno che racchiudono un racconto o, meglio, cattura la nostra attenzione mostrandoci il fotogramma di una vicenda che si svolge sulle note dell’incanto e della seduzione. Una giovane donna dai tratti nordici ci osserva, e si lascia osservare, consapevole del proprio fascino. Si mostra e si nega, lasciandoci nel dubbio e nell’incertezza ma inevitabilmente soggiogati dall’atmosfera intima e avvolgente: gli ampi tatuaggi sulla pelle chiara, la linea armoniosa del suo profilo, il foulard rosso che le trattiene i capelli biondi e la scarpetta d’oro languidamente abbandonata sul tappeto rivelano la fascinazione provata dall’autrice. Una fascinazione che, ora, ha conquistato anche noi.
Appassionata di viaggi e socio-antropologia, Federica Brunini lavora come giornalista per il settimanale Diva & Donna e ha scritto sulle pagine de L’Espresso, de Il Corriere della Sera, Vanity Fair, Traveller, Glamour, Gulliver. Per Diva & Donna ha monitorato le vicende dei reali d’Inghilterra, finendo per appassionarsi. In particolare, ha seguito giorno per giorno la Kateide, la storia di Kate Middleton, futura regina borghese del Regno Unito, che le ha ispirato il romanzo Sarò Regina. La vita di Kate Middleton come me l’ha raccontata lei (Sonzogno). Globe-trotter instancabile, ha vinto il Premio Neos Giovani come miglior giornalista di viaggi in Italia under 35 e ha pubblicato i libri Il manuale della viaggiatrice, Il piccolo libro verde del viaggio e Travel Therapy – Il viaggio giusto al momento giusto (Morellini). Parallelamente, ha avviato una proficua carriera di fotografa, studiando negli Usa con professionisti del calibro di Jay Maisel e Joe McNally. In Italia, ha collaborato con il fotografo statunitense Bob Sacha realizzando il reportage Kitchen Stories. Sue fotografie sono apparse su Glamour, L’Espresso, Diva e Donna, Profili dell’Est.
ombrebianche/animerosse – Mostra personale di Federica Brunini
a cura di Emanuela Rindi
Castelli Gallery, via Cerano, 15 Milano
fino 28 febbraio 2012
Orari: Tutti i giorni dalle 7:30 alle 23:45.
INGRESSO LIBERO