Un pittore che ha saputo guardare dentro l’abisso descrivendone al tempo stesso gli orrori ma anche le speranze e i sogni. Celebra tutto testo la mostra di Jeheronimus Bosch, il pittore olandese di cui ricorre il cinquecentesimo anniversario della morte, che a Venezia è presente a palazzo Ducale, con tre grandi opere: Il martirio di Santa Ontocommernis, Tre santi eremiti e Paradiso e Inferno (Visioni dell’Aldilà)..
La mostra reale e virtuale
La mostra, aperta al pubblico fino 4 giugno prossimi, propone, oltre ai tre lavori boschiani, altre 50 opere, tra dipinti di Jacopo Palma il Giovane, Quentin Massys o Jan Van Scorel a disegni bulini di Durer, Bruegel, Cranach e Campagnola, bronzi e manoscritti. Dulcis in fundo è stata creata anche una “sezione virtuale” che permette di “entrare” tridimensionalmente nell’opera di Bosch, in un salto angosciante ed entusiasmante nel locus amoenus della fantasia del pittore fiammingo, curata da Bernard Aikema con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e Paola Marini.
Tra grottesco e salvezza
Entrando nello specifico della mostra emerge tutta la passionalità e contraddizione di quest’artista cinquecentesco, che sente sulla sua pelle come il secolo in cui sta vivendo sia dilaniato e logorato dalle continue guerre di religione, che non permettono più all’uomo di trovare una sua dimensione ma, soprattutto, un equilibrio nel mondo in cui si sente costretto a vivere.
Ecco dunque che le sue opere sono delle vere e proprie visioni, dettate da una parte dall’esplicitare le sue paure più recondite, forse per combatterle, dall’altra da una sorta di rito apotropaico con cui da queste angosce si libera e prende le distanze. E dunque: spazio a creature mostruose e grottesche, che devono dissuadere l’uomo dal crogiolarsi in azioni turpi e lussuriose, e via libera alla luce e alla speranza della salvezza eterna protesi verso il Paradiso, sentito come l’unico luogo in cui sia possibile vivere in pace.
Restauro e mecenatismo
Interessante di questa mostra è stata anche la fase di restauro, sembra infatti come due delle tre opere conservate a Venezia, La santa liberata e Paradiso e Inferno fossero inizialmente delle committenze europee modificate in seguito per adeguarsi ad una raffinata clientela italiana, probabilmente il patrizio veneziano Domenico Grimani.
Ancora una volta, dunque un vanto alla sensibilità e al mecenatismo intelligente di natura italiana che ha permesso di tramandare un patrimonio artistico e culturale unico al mondo.
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JHERONIMUS BOSCH E VENEZIA
Venezia, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
18 febbraio – 4 giugno 2017
Fino al 31/3 8.30 – 17.30 Dal 1/4 8.30 -19.00
Palazzo Ducale San Marco 1, 30124 Venezia
Tel. +39 041 2715911
Fax +39 041 5285028
Email info@fmcvenezia.it
Sito web: palazzoducale.visitmuve.it
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