Il regno del drago d’oro
è il seguito de La città delle bestie e il secondo volume di una trilogia dell’autrice sudamericana Isabel Allende. La storia comincia quando Alex chiede alla nonna di poterla accompagnare nella sua nuova spedizione, così insieme a Nadia partono per intervistare il re del Regno del drago d’oro, un piccolo paese nascosto tra i picchi dell’Himalaya in cui la tecnologia è ancora quasi sconosciuta e gli abitanti vivono pacificamente e in isolamento da più di mille e ottocento anni. I due ragazzi vengono in contatto con la spiritualità orientale e con una natura affascinante e dirompente che viene preservata dalla saggezza di un popolo, attento ai dettami buddisti che invitano al rispetto dell’ambiente e dell’altro.
In questo paese paradisiaco un monaco buddista si sta occupando della formazione spirituale del giovane erede al trono insegnandoli il Buddismo, della medicina orientale e ad interpretare i responsi del Drago d’oro: una statua in grado di predire il futuro in una lingua sconosciuta, quella anticamente usata dagli yeti. La statua, secondo la leggenda, avrebbe anche la capacità di preservare la pace, una pace che sta per essere distrutta dall’avidità occidentale, che in questo caso si nasconde dietro l’insospettabile figura di un’affascinante esperta di tulipani (chiamata per curare i giardini del re) e la figura dello Specialista, criminale internazionale che riesce ad entrare nel paese ed a rapire (insieme alla Setta dello Scorpione) sei ragazze tra le quali Nadia. Lo scopo di questa azione è di distrarre le poche forze militari del paese per poter entrare indisturbati nel palazzo reale e rapire il drago d’oro e il re, l’unico in grado di interpellarla.
Lo Specialista a sua volta collabora con il Collezionista, uno degli uomini più ricchi e avidi al mondo, che vuole impadronirsi del Drago d’oro per aggiungerlo alla sua immensa collezione di tesori. La Setta dello Scorpione è composta da banditi sanguinari e immuni ai veleni che accettano l’incarico per avere la possibilità di rapire ragazze per farne le loro schiave. Nadia grazie al suo animale totemico (i misteriosi oggetti magici introdotti nel La città delle bestie) riesce ad invocare aiuto e ad attirare l’attenzione del monaco Tensing e del principe Dial Bahadur che, coinvolgendo gli yeti, riusciranno a riportare la pace nel Paese.
Il romanzo corre su due piani narrativi: quello di Dil Bahadur e di Tensing e quello degli altri protagonisti. Grazie ai due punti di vista possiamo capire ancora meglio la filosofia del Paese e la sua cultura. Il romanzo tocca vari temi di fondamentale importanza: in primis l’inevitabile contrasto che viene evidenziato tra povertà e ricchezza di Nuova Delhi che colpisce Alexander e Nadia; quest’ultima essendo stata abituata a vivere senza il superfluo dimostra di comprendere pienamente il significato della parola povertà e afferma che il troppo lusso le risulta soffocante. Altrettanto commuovente è il confronto tra i moderni mezzi offerti dalla tecnologia con i mezzi invece più rudimentali dei popoli autoctoni; basti pensare alla meraviglia di Dial Bahadur e del maestro per lo stato e la qualità
dell’attrezzatura da alpinismo di Alexander e per il suo rilevatore Gps.
Il romanzo inoltre fornisce bellissime descrizioni di un paesaggio seducente, un mondo dove dal freddo pungente si entra in una dimensione al tempo stesso completamente remota e nuova: il lettore, come Dial Bahadur, è condotto da Tensing alla scoperta ed allo studio degli insegnamenti che scuotono la coscienza anche del più disincantato e poco coinvolto lettore. Anche in questo possiamo notare l’intento e le ambizioni educativi per le nuove generazioni che possono identificarsi nello stato d’animo di Alexander o di Nadia. Non vi fornisco molti particolari perché sono convinta che rovinerei la sorpresa e il gusto di scoprire un bel libro.
Alcuni personaggi già li abbiamo incontrati ne La città delle bestie, vi presenterò quelli introdotti in questo secondo romanzo. Pema, il cui nome significa “fiore di loto”, è la figlia di Wandagi, la guida che accompagna il gruppo dell’International Geographic. È una ragazza con un coraggio insospettabile: affronterà con determinazione il capo della Setta dello Scorpione e condurrà in salvo le altre giovani prigioniere. La ragazza è consapevole del destino a cui sarebbero andate in contro (la Setta utilizzava le giovani schiave, a cui veniva tagliata la lingua, per averne figli da trasformare in banditi; le figlie femmine venivano uccise subito, mente le madri una volta raggiunti i venti anni venivano uccise o abbandonate) ma non si è mai data per vinta intenzionata a combattere con tutte le sue forze pur di non piegarsi alla crudeltà dei suoi aguzzini.
Tensing è il monaco incaricato della formazione fisica e spirituale dell’erede al trono. Sempre di buon umore non si scompone davanti a nulla. Dotato di forza straordinaria e di conoscenze infinite circa la medicina orientale, le arti marziali. Si rivelerà un aiuto prezioso per riportare la pace nel Paese e per curare gli yeti colpiti dall’avvelenamento dell’acqua del fiume che scorre nella loro valle. Dial Bahadur è il figlio del re e suo erede: segue il suo maestro con grande dedizione e passione. Rimarrà talmente colpito da Pema da innamorarsene al primo sguardo. Lo Specialista è apparentemente interessato allo smercio di droga, nasconde un segreto ancora più pericoloso. Judith è la donna chiamata a curare i giardini del re. È elegante e socievole, sfruttando la sua avvenenza riuscirà ad attirare l’attenzione del re distraendolo per permettere allo Specialista di attuare il suo piano.
Isabel Allende
Il regno del Drago d’oro
Feltrinelli
2006
257 pp, 8 euro