La solitudine dell’uomo, vista da una finestra. Una malinconia che percorre i sentieri più angusti dell’anima, faticoso passo dopo passo, per giungere alla luce della salvezza. Sono frenetiche le emozioni che si provano di fronte allo spettacolo Dall’Inferno al Paradiso della compagnia di danza No gravity Dance Company, andate in scena al teatro Giovanni da Udine il 17-18 e 19 febbraio, con una performance di 75 minuti a perdifiato che si segue con animo ora smarrito, ora fremente, ora quasi esaltato dalle prodezze del corpo finalizzate alla ricerca della propria essenza più profonda. E anche se inizialmente appare difficile, in realtà un fil rouge di tutta la performance lo si trova quasi subito: accolto l’iniziale impatto dell’assenza di gravità dei danzatori, maschi e femmine distinti in scena ma, al tempo stesso, creature antropomorfe che si mutano in mille rivoli e sfumature fra il fiabesco e il grottesco, l’occhio si adatta alle evoluzioni nell’aria e coglie, in quelle della terra, il confine sempre più labile tra ciò che si desidera e ci tiene ancorati alla terra, la materia, la carnalità, e ciò a cui si aspira, l’anelito al Divino, la graduale presa di coscienza che ci porta ad abbandonare gli individualismi per trovare nell’Altro la vera dimensione e frontiera di sé.
Dai ventagli al Conte Ugolino
Scorrono immagini dense e intrecciate e ologrammi rarefatti ed evanescenti che dall’Inferno al Paradiso ci conducono alla parte più vera e fragile di noi: un viaggio lungo una vita che apre la porta alle paure ma soprattutto alle speranze di un altro viaggio, più sereno e distaccato dal mondo materiale ma non slegato dai nostri affetti più profondi, quasi a non perdere mai la nostra identità, avvolgendola però di uno spesso mantello spirituale, Particolare e ben riuscita la scena dei ventagli: nell’aria mossa e scandita in battiti lenti,dal movimento dei corpi, le stecche del ventagli sono ali supplementari alla leggerezza dell’aria, la scena acquisisce immediatamente tinte bucoliche e verdeggianti, come se l’anima si fosse fermata in un bosco per riposare. Angosciante ma efficace la scena del Conte Ugolino che danza con un teschio: carnale e ancora voracemente attaccato alla vita, egli tenta di placare la sua fame con movimenti lenti e convulsi, straziando la carne e autocondannandosi a non dimenticare mai il sapore del sangue del suo sangue,lacerandosi l’anima. Calorosissimi gli applausi finali, uno spettacolo da vedere come una necessità improrogabile.
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Prossime date:
22/10 – De l’Enfer au Paradis, International Performing Arts Festival, Oriental Arts Center, Shanghai (CINA)
21/10 – De l’Enfer au Paradis, International Performing Arts Festival, Oriental Arts Center, Shanghai (CINA)
18/10 – De l’Enfer au Paradis, Teatro Olimpico, Roma (IT)
12 to 17/10 – De l’Enfer au Paradis, Teatro Olimpico, Roma (IT)
10/10 – De l’Enfer au Paradis, Teatro Olimpico, Roma (IT)
05 to 08/10 – De l’Enfer au Paradis, Teatro Olimpico, Roma (IT)
sito web: www.nogravitydance.com
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