La costruzione dello spazio pubblico dal 1861 al 1911 attraverso 18 casi di edifici esemplari su tutto il territorio nazionale, da Torino a Firenze, Napoli, Bari, Perugia, Sassari, Bologna, Campobasso, Padova, Cuneo, Calatafimi, Vergato, Santa Maria Capua Vetere, Milano e Roma. Bozzetti originali, disegni decorativi, immagini d’epoca, plastici, modelli per raccontare un modo “istituzionale” di fare architettura. La mostra si propone di presentare ad un pubblico ampio 18 esempi emblematici delle architetture costruite nella prima fase dell’Unità, ponendo al centro dell’attenzione alcuni specifici temi che riguardano da un lato la costruzione dell’immagine del nuovo Stato nazionale e dall’altro la costruzione e la salvaguardia delle identità tradizionali.
Calibrando attentamente la scelta, i curatori Fabio Mangone e Maria Grazia Tampieri hanno individuato diciotto opere emblematiche, varie nella tipologia e variamente dislocate, note e meno note, in modo da coprire un ben più ampio ambito tematico, geografico e cronologico. Per un verso, la mostra riflette sul ruolo dell’architettura “istituzionale” nei suoi variegati aspetti, in termini tanto funzionali quanto simbolici in rapporto alle politiche e alle strategie del nuovo Stato. Per l’altro intende contribuire a valorizzare un importante e negletto patrimonio architettonico nazionale, quello dell’Ottocento post-unitario, che pure non poco contribuisce all’immagine delle città italiane, e che pure comprende episodi di primario interesse.
Intorno a ciascun edificio, la mostra propone una finestra tematica nella quale il monumento scelto ad emblema tipologico diventa stimolo per approfondire ciò che di analogo avviene nell’Italia post unitaria. Così i lavori di ampliamento di Palazzo Carignano (Torino, 1861-67) consentono di sviluppare il tema di Torino Capitale; intorno alla nuova facciata del Duomo di Firenze (1861-1887) si evidenzia il tema del restauro dei monumenti e l’identità nazionale. La nuova Accademia di Belle Arti, Napoli (1865-84) è utile pretesto per approfondire le “esposizioni artistiche nazionali” mentre il Palazzo dell’Ateneo, Bari (1868-81) apre una finestra sullo “Stile nazionale e il neorinascimento”. Il Palazzo del Governo a Perugia (1869-73) è preludio per un approfondimento su “I cicli pittorici della pittura decorativa dei palazzi pubblici” mentre il tema di Firenze Capitale ruota intorno al nuovo Mercato di San Lorenzo a Firenze(1869-74).
All’edificio del Ministero delle Finanze (Roma, 1871-76) si collega l’approfondimento sui Ministeri di Roma Capitale e ancora “I palazzi pubblici e lo spazio urbano” si collegano in mostra al Palazzo del Governo a Sassari (1872-78), mentre l’ampio tema dell’architettura ferroviaria trova il fulcro nella Stazione Centrale di Bologna(1873-76). I decenni post unitari vedono anche la nascita dei Convitti Nazionali qui rappresentati dal Convitto Nazionale di Campobasso (1874-91) e, ancora sul tema dell’istruzione, intorno alle Scuole elementari alla Reggia Carrarese a Padova (1877-80) si evidenziano gli effetti della Legge Coppino. Al Palazzo del Governo a Cuneo (1877-81) si innesta l’analisi delle sedi periferiche del Governo. Un monumento – simbolo, il Vittoriano, qui documentato dal concorso e sino alla costruzione (1881-1911), propone il tema dei concorsi di architettura nella nuova Italia.
Architettura e scultura nell’epos celebrativo e la “monumentomania” nell’Italia unitaria si collegano rispettivamente al Monumento ai Caduti di Santa Maria Capua Vetere (1884-1905) e al Monumento a Calatafimi (1885-92). Intorno al Palazzo Comunale di Vergato (Bo) del 1886, si approfondisce il rapporto tra il nascente stile nazionale e le identità regionali, mentre gli edifici museali trovano un esempio importate nel il Museo di Scienze Naturali, Milano (1888-96; 1906-07). infine l’Ampliamento di Montecitorio (1904-11) offre il destro per illustrare le sedi del Parlamento
Ne emerge un quadro davvero vitale dell’architettura in Italia tra Unità e fine secolo, architettura della quale è esempio non minore la sede stessa della mostra, la Casa dell’Architettura/Acquario Romano in piazza Fanti. La mostra si avvale di strumenti di diverso tipo: documenti iconografici d’epoca reperiti in vari contesti italiani quali antiche fotografie e soprattutto disegni originali concessi da una ventina di collezioni pubbliche e private italiane, oltre a rilievi fotografici attuali eseguiti per la mostra ed ai plastici di una ventina di edifici particolarmente significativi.
Info:
Architettare l’Unità
Casa dell’Architettura, Acquario Romano – piazza Manfredo Fanti 47, Roma
dal 27 aprile – 25 maggio 2011 (1 maggio chiuso)
dal lunedì alla domenica: 10.00-18.00.
www.casadellarchitettura.it