La vita di Alex, tranquillo quindicenne californiano, viene sconvolta quando a sua madre Lisa viene diagnosticata una grave malattia e la necessità di ricovero in una clinica specializzata in un’altra città. Così Alex parte per New York da dove, insieme con la nonna Kate fotografa dell’International Geographic, affronterà un avventuroso viaggio attraverso il Brasile nel bel mezzo della Foresta Amazzonica caratterizzata da «interminabili distese di foreste, tutte del medesimo verde intenso, attraversata da fiumi che si snodavano come serpenti luminosi, il più incredibile di tutti di color caffellatte… Diverse volte al giorno cadeva una pioggia breve e torrenziale; e Alex dovette abituarsi all’umidità costante e al fatto che gli abiti non erano mai del tutto asciutti. Al tramonto, nugoli di zanzare li attaccavano… la vegetazione della riva, folta e aggrovigliata, aveva lasciato spazio a un bosco maestoso. I tronchi degli alberi, alti e dritti, sembravano le colonne di una magnifica cattedrale verde. Orchidee e altri fiori spiccavano in mezzo ai rami e il suolo era coperto da brillanti felci. Dalla mattina alla notte fonda si udiva il canto dei pappagalli e dei tucani e poi iniziava il baccano di rospi e scimmie».
Ognuno dei componenti della comitiva con cui sono partiti Alex e la nonna ha uno scopo: Kate, i fotografi (Timothy Bruce e il suo assistente Gonzàlez) e l’antropologo LeBlanc vogliono incontrare gli Indios e dimostrare l’esistenza di una mitologica creatura, la Bestia («dalle dimensioni mostruose e dai micidiali poteri, in grado di paralizzare tutti con il suo odore»).
L’ affascinante dottoressa Torres vorrebbe vaccinare gli Indios per proteggerli dal morbillo, infine ci sono César (la guida brasiliana), sua figlia Nadia di 13 anni, cinque soldati, e l’Indio Karakawe (assistente del professor LeBlanc), e Matuwe, la guida assunta da César per fare da interprete con le tribù. Nadia è nata e cresciuta nella foresta, per questo sa muoversi con destrezza e capacità. Alex e Nadia avranno l’occasione durante il loro viaggio di incontrare spiriti e sciamani, di incontrare e aiutare lo sconosciuto Popolo della Nebbia, di “diventare” lui Giaguaro, lei Aquila (i loro animali totemici). Non voglio raccontarvi tutta la trama perché questo è un libro da scoprire pagina dopo pagina. Però vi parlerò dei personaggi.
Alexander Cold (il suo nome in greco significa difensore degli uomini), è un ragazzo bravo a scuola e negli sport. Ama suonare il flauto (sogna di diventare un musicista famoso come suo nonno Joseph Cold), scalare le montagne e soprattutto ama Cecilia Burns la più bella della scuola. Il viaggio lo cambierà in maniera impressionante: da ragazzino schizzinoso (per quanto riguarda il cibo) e impacciato si trasformerà in un ragazzo intrepido capace di adattarsi alle situazioni e di difendere i più deboli.
Nadia Santos: ha 13 anni e i «capelli crespi e arruffati,schiariti al sole e occhi e pelle del color del miele…diversi fili colorati intorno ai polsi,un fiore giallo dietro un orecchio e una lunga penna verde che attraversa il lobo dell’altro… una piccola scimmietta nera sulle spalle», chiamata Borobà, che non si separa mai da lei e spesso l’aiuterà a salvarsi. Purtroppo sua madre è in Canada «perché è malata nell’anima» perciò lei vive da sola con suo padre César, è comunque molto allegra con una saggezza fuori del comune; conosce le insidie della foresta e anche i trucchi per cavarsela, capisce le lingue degli indios, parla in una strana lingua con lo sciamano Walimai e sa comunicare con gli animali.
Kate Cold: il suo motto preferito è «usa la bocca e arriverai a Roma», ha 64 anni, è una giornalista di poche parole, «magra e muscolosa, con due occhi azzurri penetranti come pugnali, e capelli grigi, che lei stessa si taglia a sforbiciate, sparati in tutte le direzioni, come se non avessero mai visto un pettine… fiera dei suoi denti, grandi e forti,capaci di rompere noci e stappare bottiglie,ed è anche orgogliosa di non essersi mai rotta un osso,di non aver mai dovuto far ricorso a un medico,e di essere sopravvissuta ad attacchi di malaria e persino a punture di scorpione». Beve vodka liscia (che usa anche per curare qualche malanno) e fuma tabacco nero in una pipa da marinaio. É una donna senza mezze misure e le uniche volte che presta attenzione ad Alex è quando suona il suo flauto (appartenuto al marito, Joseph Cold), infatti si mostra sempre fredda con lui, negandoli ogni tipo di affetto, anche se in realtà gli vuole un gran bene.
César Santos. «Li attendeva un uomo alto, con un profilo adunco da uccello, tratti virili ed espressione giovanile, la pelle temprata dalla vita all’aperto e una chioma scura legata in una coda». César è brasiliano ed è la guida dell’International Geographic, ha un piccolo aereo, incubo di Nadia che soffre di vertigini, che però è vecchio e spesso è rotto. Ironico, simpatico e intelligente, è innamorato della dottoressa Torres, ed è un amico di Karakawe.
La dottoressa Omayra Torres. «Era una bella mulatta sui trentacinque anni,con i capelli neri,la pelle d’ambra e occhi verdi a mandorla. Si muoveva con grazia,come se ballasse seguendo un ritmo segreto». Omayra affascina tutti i membri della spedizione per la sua bravura come medico, per i suoi modi gentili e per il suo aspetto, in realtà nessuno sospetta che nasconde un terribile segreto.
Lo sciamano Walimai: è «un indio incredibilmente vecchio, e,nonostante il portamento eretto e l’agilità nei movimenti,pareva avesse vissuto secoli. Indossava un corto grembiule di fibra vegetale e una dozzina di collane di conchiglie,semi e denti di cinghiale che gli coprono il petto. La sua pelle,rugosa come quella di un elefante millenario,cade in pieghe grinzose sul corpo magro. Portava con sé una piccola lancia, un bastone al quale sono appesi numerosi sacchetti di pelle e un cilindro di quarzo che tintinna come un sonaglio per neonati». È sempre accompagnato dalla sua sposa-angelo (lo spirito di sua moglie), non appare mai davanti agli stranieri e solo in caso di emergenza si reca nei villaggi. È saggio, silenzioso e impassibile, ma è l’unico ad avere contatti con le Bestie e col popolo della nebbia.
Mauro Carìas: è un uomo affascinante, abbronzato, con mani curate e denti bianchissimi, sempre vestito con eleganti vestiti sportivi. Parla con una voce melodiosa guardando sempre dritto negli occhi, quasi a dimostrare la propria sincerità a ogni frase. Sotto l’aspetto esteriore però Carìas è un uomo crudele e spietato che pur di appropriarsi delle terre degli Indios stringe un patto con il capitano Ariosto e la dottoressa Torres per sterminarli in massa, ma facendo sapere al mondo (grazie all’International Geographic) di aver tentato di tutto per salvarli. «A sua volta l’imprenditore aveva buone relazioni con le più alte sfere del governo,apparteneva alla classe dominante,era pieno di soldi,e nessuno gli chiedeva conto di nulla,aveva i contatti giusti,un certo fiuto per gli affari,e sapeva comandare e farsi rispettare;se una cosa non la otteneva con le buone,se la prendeva con le cattive».
Ludovic LeBlanc: è un famoso antropologo (ingaggiato dall’International Geographic), «basso, magro, nervoso, con una perenne espressione di disprezzo o di crudeltà sulle labbra e degli occhi incavati da topo». Si veste come i cacciatori di belve che si vedono nei film, armi alla cintola comprese, orgoglioso, arrogante, ipocrita, piuttosto pauroso (anche se non lo ammetterebbe mai),e parla sempre di sé in terza persona. «Si rende conto di che perdita sarebbe per il mondo delle scienze se succedesse qualche cosa a Ludovic LeBlanc?» Ha teorie tutte sue circa il comportamento degli Indios e non perde mai occasione per ribadirle.
Timothy Bruce: è un giovane fotografo inglese «dalla lunga faccia equina e denti ingialliti dalla nicotina», con l’ossessione dei negativi delle fotografie (che conservava accuratamente classificati nel suoi studio di Londra), se solo ne avesse perso uno sarebbe stato come perdere un pezzo di vita
Joel Gonzàlez: è l’assistente messicano di Timothy a cui vuole bene come ad un fratello. Abbandonerà presto la spedizione a causa dell’abbraccio troppo focoso di un anaconda che lo costringerà ad un ricovero in ospedale
Karakawe: è un indio assunto dal Prof. LeBlanc come assistente, ha un ruolo marginale in tutto il libro, ma alla fine si rivelerà molto importante: «nello sconcerto generale, quell’uomo taciturno annunciò che era un funzionario del Dipartimento per la protezione degli indigeni e spiegò nei dettagli che la sua missione consisteva nell’indagare i motivi per cui le tribù amazzoniche morivano in massa,soprattutto quelle che vivevano non lontano dai giacimenti di oro e di diamanti.Da diverso tempo nutriva fondati sospetti su Carìas,la persona che aveva tratto i maggiori benefici dallo sfruttamento della regione».
L’atmosfera mescola la percezione magica alla sceneggiatura naturalistica: il fiume, la foresta, la montagna fanno parte di una geografia straordinaria. La loro esperienza è meravigliosa ma al tempo stesso reale e riflette il cammino interiore di un essere umano. Alex è un ragazzo come tanti e il lettore può provare un fortissimo senso di identificazione. La sua avventura contiene un insegnamento etico: la lotta contro il male non è solo contro chi vuole distruggere l’Amazzonia ma anche contro una percezione di sé limitata ed egoistica che alimenta debolezze, timori e insicurezze.
La storia insegna come due realtà all’apparenza lontane (es. Alex e Nadia) possano convivere aiutandosi a vicenda facendo tesoro delle proprie esperienze. Nadia insegnerà ad Alex a guardare sempre avanti senza mai lasciarsi abbattere, a essere meno prevenuto riguardo a ciò che non conosce..Alex invece aiuterà Nadia a superare la paura dell’altezza e la sosterrà nel suo desiderio di salvare gli Indios.
Il mio personaggio preferito è proprio Nadia perché rappresenta ciò che tutti vorremmo essere: chi non ha mai desiderato poter parlare con gli animali o avere il dono dell’invisibilità (che in più di un’occasione servirà alla ragazza per salvarsi).. Chi non ha mai desiderato apprendere insegnamenti da uno sciamano o capire lingue sconosciute (Nadia grazie a Walimai ha imparato a “ascoltare con il cuore” riuscendo così a comunicare ed interpretare idiomi mai sentiti prima)?
Nadia ha una saggezza degna di un adulto dovuta probabilmente alla sua situazione familiare e a ciò che la sua Terra le ha offerto (nel bene e nel male); non è una di quelle adolescenti frivole o superficiali ma ragiona su tematiche che spesso nemmeno gli adulti sarebbero in grado di interpretare. Sa osservare e non si piega davanti a nulla, ama gli animali e non sopporta le ingiustizie e le violenze. La sua personalità viene fuori da subito e la si potrà apprezzare sempre di più nel corso dei 3 libri.
Sicuramente molti si chiederanno se lei ed Alex si fidanzeranno.. per ora vi posso dire che l’affetto che li lega è qualcosa di puro e intoccabile a cui non si può dare un nome: se volete saperne di più leggete gli altri libri!
Il romanzo è pensato per un pubblico giovane ma si rivela appassionate anche per gli adulti, in fondo non si è mai troppo grandi per continuare a sognare
Allende Isabel
La città delle bestie
Feltrinelli
2006
242 pp., 8 euro